L’Onu vicino a un Trattato di messa al bando delle armi nucleari

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Il 27 ottobre 2016 il Primo Comitato sul Disarmo dell’Assemblea generale delle Nazione Unite di New York ha adottato, a larga magioranza, una Risoluzione politica che chiede di avviare nel 2017 i negoziati per un Trattato internazione di messa al bando degli ordigni nucleari.

Una decisione storica e a lungo attesa (basti pensare che il disarmo nucleare è stata una delle priorità delle Nazioni Unite sin dalla creazione dell’Organizzazione nel 1945) che pone fine a decenni di paralisi in tema di disarmo gettando le basi per un concreto impegno futuro.

Nel corso della riunione del Comitato, 123 nazioni hanno votato a favore della Risoluzione, mentre 38 (compresa l’Italia) hanno votato contro (16 i Paesi, invece, astenuti).

Con questa Risoluzione (denominata L.41) viene fissata una Conferenza tematica delle Nazioni Unite a partire dal marzo del prossimo anno: una riunione aperta a tutti gli Stati membri con il fine di negoziare uno “strumento giuridicamente vincolante per vietare le armi nucleari, che porti verso la loro eliminazione totale”.

Un totale di 57 nazioni sono stati cosponsor (cioè primi firmatari) del testo proposto, con Austria, Brasile, Irlanda, Messico, Nigeria e Sud Africa ad assumersi il compito di redigere concretamente la Risoluzione.

Il voto delle Nazioni Unite è avvenuto solo poche ore dopo l’adozione da parte del Parlamento Europeo di una propria risoluzione su questo tema: 415 voti favorevoli (con 124 contro e 74 astensioni) ed un invito verso tutti gli Stati membri dell’Unione europea a “partecipare in modo costruttivo” ai negoziati del prossimo anno. Un invito non raccolto dall’Italia che si è schierata contro la Risoluzione L.41 continuando, come nei passi precedenti di questo percorso, a sostenere la posizione degli Stati Uniti e di tutte le altre potenze nucleari.

A oggi, le armi nucleari rimangono le uniche armi di distruzione di massa non ancora fuori legge in modo globale e universale nonostante i loro catastrofici impatti ambientali e umanitari.

Per approfondimenti:

www.disarmo.org

Comunicato Stampa

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